Un po’ l’urgenza delle elezioni europee ormai alle porte, un po’ il naturale decorrere degli eventi, fatto sta che in questi ultimi mesi si sono rincorse interessanti voci sulla politica europea, per lo più affogate nella gelatinosa propaganda old style che, come la Vespa e i pantaloni a sigaretta, riemerge ciclicamente. D’altra parte anche la crisi ha un innegabile sapore vintage. E però, fra le tante, alcune piccole cose andrebbero invece osservate. Il Parlamento Europeo, che la classe politica italiana degli ultimi vent’anni ha sfruttato troppo come parcheggio per letame politico ormai inutilizzabile in patria e troppo poco come istituzione che potesse comporre un dialogo continentale di rilevanza strategica, ha approvato nell’arco di pochi mesi alcune proposte molto incisive in tema di criminalità organizzata transnazionale, ambito nel quale l’Europa, fino ad oggi, è stata drammaticamente assente: si tratta della direttiva sulla confisca dei beni proventi di reato, e delle relazioni finali della CRIM (Special Committee on Organised Crime, Corruption and Money Laundering), commissione del PE presieduta dall’europarlamentare Sonia Alfano.
http://www.imille.org/2014/04/lue-le-mafie-cambio-di-passo-del-parlamento-europeo/